DEDICA

IL BLOG E' DEDICATO A FRANCESCO PENTASUGLIA, MAESTRO NELL'ARTE DELLA CARTAPESTA, NEL CENTENARIO DELLA SUA NASCITA. This blog is dedicated to Francesco Pentasuglia, on the occasion of the centenary of his birth.

lunedì, aprile 16, 2007

Elena Mirimao e la sua passione per la cartapesta.

Una chiacchierata con Elena.

Genius Loci ha incontrato Elena Miriamo che collabora con Michelangelo nella costruzione del carro.
Elena ha terminato il Liceo artistico nel 2003. Già a scuola, con l’insegnante Palumbo aveva appreso le tecniche della cartapesta e lì è cominciata la sua passione per quest’arte.
Geniu Loci: Le tecniche apprese a scuole sono simili a quelle che metti in atto nella costruzione del carro?
Elena: Si, ma è molto diverso l’apprendere a scuola dal mettere in pratica in bottega ciò che si è imparato. L’esperienza del lavorare alla costruzione del carro va oltre quella dell’apprendimento scolastico.

Nel 2005 Elena chiede a Michelangelo Pentasuglia di poter collaborare nella costruzione del carro.
Elena: “Conosco Uccio da tempo, e sapevo che lui collaborava nella realizzazione del carro, mi sono fatta coraggio ed ho chiesto di poter dare una mano anche io. Michelangelo mi ha dato subito fiducia, ha apprezzato le mie qualità artistiche ed io ho potuto far diventare realtà un sogno che avevo nel cassetto, quello di lavorare alla costruzione del carro. Quest’anno sono di nuovo qui perché è Michelangelo ad aver vinto il bando per la costruzione del carro.
Genius Loci: . Quali sono le cose che sei in grado di poter fare in laboratorio:
Elena:. Ho imparato a lavorare la cartapesta molto meglio di come sapevo fare prima, e più passano i giorni e più imparo anche perché Michelangelo mi fa fare sempre cose nuove e questo mi permette di apprendere sempre più.

G.L.: Pensi che in futuro protesti essere tu a fare un carro o anche investire del tempo per poter apprendere tutte quelle ulteriori competenze che servono per realizzare un carro?
E: Io ci metto tutta la buona volontà per imparare; io mi sono messa a disposizione nella realizzazione del carro proprio per poter imparare e Michelangelo è un ottimo insegnante.

G.L: E’ una grande sfida: come lui dice le abilità da apprendere sono tante!
E.: E’ vero! Non si tratta solo di saper lavorare la cartapesta, bisogna conoscere l’anatomia umana, l’architettura…

G.L.: …e ci sono delle competenze che tu hai già, per i tuoi studi..
E.: Si, io parto con un certo vantaggio perché ho studiato le materie che vengono richieste per fare questo lavoro.

G.L.: . non hai pensato di continuare gli studi dopo le scuole superiori?
E.: Si ho riflettuto su questa cosa ma ho deciso di non continuare: sono molto legata alla famiglia e alla mia terra, ho preferito rimanere a Matera. Ora mi dico che sono stata fortunata a prendere questa decisione perché almeno così ho potuto seguire la strada che più mi rende felice.
Ho fatto tanti lavori prima di questo, anche in campi diversi dai miei studi, ma ora sono davvero felice di lavorare a fianco di Michelangelo.

G.L.: Ed una volta che il carro si rompe….cosa farai?
E.: Due anni fa ho pianto quando lo hanno rotto… ma penso a quello che ci dice Michelangelo…che non bisogna piangere quando il carro viene distrutto. Io penso una cosa: fino a quando lavoriamo nel capannone, il carro è nostro… è una cosa che nasce da noi… e noi la vediamo crescere ogni giorno. Chi è fuori e vede il carro ultimato non comprende tutto il lavoro che noi abbiamo fatto! Nel momento in cui si aprono le porte del laboratorio ed il carro viene benedetto non è più nostro ma appartiene agli altri, alla città. E questa è una cosa meravigliosa, perché noi lavoriamo per gli altri… e cosa c’è di più bello?

G.L.: E dal punto di vista lavorativo? Cosa avviene dopo la rottura del carro?
E.: Spero di continuare a lavorare con la cartapesta ed aiutare Michelangelo nelle sue creazioni perché, comunque, lui produce diverse cose oltre al carro. Io credo che anche in questo campo se si vuole lavorare basta tanta volontà ed impegno ed il lavoro c’è…se invece non si ha volontà…non si lavora.

G.L.: E sareste tra i pochi a fare cartapesta qui a Matera!
E.: Si, è vero. L’importante è crederci ed impegnarsi. Ci sono parecchi giovani che vogliono imparare questo mestiere….ma non ci viene data la possibilità da chi ci governa…

G.L.: Non credi che a Matera non facciamo altro che lamentarci e che invece è necessario rimboccarsi le maniche ed investire su se stessi…
E.: è vero! Corsi di formazione per l’apprendimento della cartapesta se ne sono fatti tanti. Ma si è anche parlato di una scuola di cartapesta… che non è mai nata! Io comunque ho desiderio di continuare in questo campo.

Grazie Elena e complimenti per il tuo lavoro ed il tuo coraggio!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Congratulazioni Elena! :D
(Marco M.)